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X-Dar - UNA RATSA ΜΙΑ ΦΑΤΣΑ - la recensione
Recensione del 26 lug 2000
La recensione
Chi segue le vicende della nuova musica italiana imparentata alla world avrà sicuramente sentito parlare, qualche anno fa, degli Al Darawish, formazione residente in Puglia ma aperta, con la sua musica, alle influenze mediorentali e mediterranee.
Da quella formazione, meritevole di attenzione e purtroppo in grande credito di riconoscimenti, arrivano alcuni componenti degli "exdar" – per l’appunto, ex-darawish – e prende inizio la storia di questo nuovo organico, più attivo in Grecia – grazie ai due componenti nativi di quella terra, Stratos e Kostis – che in Italia, e autore di un album che, nonostante sia pronto da ormai due anni, riceve soltanto adesso la giusta attenzione grazie alla vendita nelle edicole per l’editoriale "Il Manifesto". Rispetto alla musica degli Al Darawish, gli "X-Dar" hanno perso molte delle loro potenzialità "rock-oriented", per spostarsi verso un suono maggiormente ‘greco’ e dalle attitudini più world, anche se il pulsare del basso in brani come "Peta-peta" lascia intravedere ancora parte di quella passione. A partire dall’iniziale "Narghilè", l’album si rivela un perfetto condensato di musica di forte ispirazione mediterranea, riuscendo a fondere in canzoni un linguaggio comune che attinge alle tante sponde di quel mare, ed edificando melodie suggestive e nostalgiche nei brani lenti, incisive e eccitate in quelli veloci. Il tributo alla Grecia è evidenziato dal titolo "Una razza, una faccia", tormentone locale riferito al connubio che lega da sempre Italia e Grecia e che è ormai entrato nel dizionario di conversazione di ogni italiano pronto a salpare per quei lidi. Ma non è solo quello il mondo raccontato nell’album, c’è spazio anche per il medio oriente di "Jerusalem", per la rumba flamenca arabeggiante di "Albadur", per l’incedere da rock ballad di "Akomi mia nycta". Gli X-Dar proseguono il loro viaggio musicale con la stessa intensità e convinzione che avevano contraddistinto i loro esordi, speriamo che in futuro l’attenzione loro riservata sia maggiore che in passato.